L’uccello giardiniere; la casa come museo di sé
Conference by Lucio Valerio Barbera
I maschi di una famiglia di uccelli dal nome astruso, quasi impronunciabile, Ptilonorhynchidae, appartenenti all’ordine dei passeriformi, nel periodo degli amori costruiscono il proprio nido in forma di elaborata struttura architettonica, a volte assolutamente straordinaria, e attorno ad essa realizzano un giardino organizzato in bell’ordine vario, adornandolo di oggetti variopinti e lucenti di grande preziosità visiva, giungendo perfino ad abbellirlo con piccoli oggetti di sasso o legno che essi stessi dipingono con pigmenti naturali per mezzo di uno «pennello» tenuto nel becco. A noi, che ammirati osserviamo le loro opere, sembra che essi dispongano la propria dimora come artistica espressione di sé, allo stesso tempo prezioso recinto ed elaborato ritratto della propria identità. Certamente riflettiamo divertiti a quanto noi somigliamo a quelle delicate creature quando cerchiamo comunque di fare della nostra abitazione una presentazione, in qualche modo nobilitata, della nostra identità, disponendo in bell’ordine vario gli oggetti d’arredo, i quadri, i parati, e quelle cose di famiglia che possano aggiungere un po’ di profondità storica al nostro profilo sociale e culturale. Ma non possiamo evitare che il pensiero corra subito alle tante – innumerevoli – dimore eccezionali che costellano di bellezza, di ricchezza artistica, di messaggi colti e preziosi la storia, le città e la natura e ci tramandano immensi patrimoni artistici assieme alla viva memoria del percorso della civiltà. Spesso quelle dimore le conosciamo perché incontrate come soggetti, tra i tanti, della storia dell’architettura, del paesaggio, della città o come palcoscenico di biografie straordinarie. A volte, invece, le conosciamo poco o per niente affatto, perché riservate agli intenditori di qualche aspetto dell’arte o perché ancora riservate alla stretta cerchia degli amici del padrone di casa. Vale la pena, per una volta, coglierne alcune e ragionarne insieme, eleggendone pochissime tra le innumerevoli, appositamente scelte di dimensioni, importanza e significati molto diversi e appartenenti a culture, luoghi e tempi molto distanti tra loro, legate unicamente dall’essere in primo luogo – o unicamente – dimora, artistica espressione di sé del suo autore, elaborato ritratto della identità dell’uccello giardiniere che le visse o le vive: la casa d’Augusto al Palatino, la villa dell’imperatore Adriano, il Palazzo d’estate della imperatrice Cixi a Pechino, la casa teatro della Città Proibita, la casa di Giulio Romano a Mantova, la casa studio di John Soane a Londra, il Vittoriale di D’Annunzio, la casa di Mario Praz a Roma, la Casa di Paolo Portoghesi a Calcata, la casa studio di Nasci Franzoia a Feltre saranno le tappe principali, ma non le uniche, della conversazione.
26 febbraio ore 16.30, Palazzo Da Porto, Palladio Museum
Contra’ Da Porti 11 Vicenza.